Thursday, March 08, 2007

E vabbene, parlerò...

Parlerò ancora, anzi scriverò ancora perchè sembra ci sia ancora qualcuno che legge il mio blog. Anzi so che sono in molti a leggerlo ma pochi a scrivere. Questo è un blog, non un semplice sito. Serve a voi per sapere qualcosa di me, di questa mia esperienza, ma anche a me per sentire il vostro contatto... datemi qualche soddisfazione e fatemi sentire che ci siete, soprattutto tu! (tu sai chi sei)

Comunque, in realtà il silenzio è dovuto al fatto che ultimamente non ho avuto molto tempo libero. Tra i corsi nuovi, gli assignment, la visita di Laura ho perso un po' il contatto. Vediamo di ristabilirlo.

Settimana passata piena di viaggi... di nuovo la strana atmosfera dell'Aia e l'immensità della spiaggia di Scheveningen. La prima ancora troppo bianca per sembrare vera, la seconda ancora più vicina da quando ho scoperto che il tram che passa qui sotto ci arriva diretto... se arrivasse anche un po' di caldo non farebbe un torto a nessuno.
Di nuovo Rotterdam, giro turistico tra le meraviglie dell'architettura moderna bagnato da una pioggia torrenziale che però non ha smorzato l'entusiasmo che questa città suscita in me ogni volta e ha conquistato anche Laura.
Di nuovo Utrecht, anche se vedere Utrecht di sabato invece che di domenica (come l'ultima volta) vuol dire vedere una città completamente diversa. Perchè la città famosa per la sua intensa vita studentesca senza studenti (e un sacco di altra gente) in giro per le strade non è la stessa... per non correre rischi stavolta siamo andati in macchina per non cadere in balia del delirio ferroviario olandese.
Di nuovo invece c'è Leiden e Harleem.
Leiden è una piccola perla, la pioggia non ci ha risparmiati neanche lì ma la città, piccola ma intensa, meritava proprio. Una benriuscita commistione tra la tipica affascinante architettura olandese e qualcosa di nuovo, più moderno e giovanile, ma non esuberante come una piccola rotterdam, direi piuttosto un po' cool jazz alla Miles Davis, col sax al posto della tromba.
Harleem è da vedere, possibilmente cercando di scappare da quelle 2-3 vie commerciali caotiche e anonime omnipresenti in qualsiasi città olandese (o in qualsiasi città?) e intrufolandosi nelle stradine incorniciate da piante e fiori che sembrano uscite da un romanzo di Carroll. Storie di botteghe in mezzo alla strada, porte rosse aperte vasi e fiori ovunque. Finestre al pian terreno senza tende, come in ogni parte dell'Olanda si, ma finestre più grandi e tende ancora più assenti perchè se la stradina è abbastanza lunga ti scordi di essere in una città di 150.000 abitanti e pensi che sia ovvio che tutti si conoscano. L'atmosfera seicentesca così perfettamente conservata (shopping street a parte) me la ricordavo, così come il suo duomo, ma quelle stradine mi mancavano proprio, bella sorpresa.

7 Comments:

Anonymous Anonymous said...

ma sono io a dover dover scrivere?
:)
sono per caso io ad essere quello che sono e tu sai chi io sono?
aiuto!!!

"And I am you and what I see is me"

9/3/07 12:08

 
Blogger Tk said...

finalmente....

9/3/07 13:38

 
Anonymous Anonymous said...

sagace il ragazzo :)

9/3/07 15:02

 
Anonymous Anonymous said...

Che gli olandesi siano ciclisti nati balza all’evidenza subito, di chi arriva in queste lande. Trattandosi di paesi bassi, i ciclisti sono come si dice in gergo passisti, non certamente scalatori. Ma pattinano anche, sul giaccio, quando c’è! Cioè ora molto meno. A Leeuwarden, 90.000 abitanti nel nord dell’Olanda, fatta di case di mattoni squadrate, canali sinuosi comincia e finisce una estenuante gara di 200 Km., che, quando si tiene , attraversa canali ghiacciati e laghi circondati dal ghiaccio, passando sotto ponti pittoreschi e di fronte a villaggi immacolati fatti di mattoni. Ma solo quando al natura lo permette e il ghiaccio è sufficientemente spesso. Nell’ultimo secolo ciò è avvenuto solo 15 volte, l’ultima, bella, nel 1997 quando più di 16000 pattinatori, non tutti arditi, veloci e spericolati, hanno affrontato un percorso che lungo i canali e i laghi si snoda verso sud per poi girare a ovest in direzione del mare e poi a nord, attraverso villaggi come Sneek, Franeker, Hindeloopen, Workum e Dokkum per tornate a Leeuwarden.. Quest’inverno ( il 2006 è stato in Olanda l’anno più caldo) è stato diverso, come sa del resto, purtroppo, tutto il mondo..
I canali non si sono ghiacciati e le previsioni future per l’Olanda a seguito del surriscaldamento globale fanno pensare che la gara non potrà svolgersi in questo secolo più di 4 volte. Aspettando che la temperatura scenda ad almeno meno 15 gradi , si possono organizzare nel frattempo giri delle 11 città con pattini a rotelle, biciclette, canottaggio e persino ( l’estate scorsa) gare di imbarcazioni ad energia solare .In Olanda, come vedete, la gente ama muoversi, correre, esercitare il corpo. Ma che centra il free climbing nei paesi bassi?
Agenzia alternativa "trave nell'occhio" lancio n. 3

13/3/07 12:12

 
Anonymous Anonymous said...

....scriverò....
si leggo sempre il tuo blog.
si mi manchi moltissimo...specialmente ultimamente...
si è bello leggerti...soprattutto di Harleem...dove siamo nati io e te
no....in genere non scrivo...però stavolta si...e se vuoi sapere cosa mi passa per il cervello passa anche tu sul mio blog...
voglio a tutti i costi venirti a trovare....farò il possibile...vita complicata!
ti voglio benissimo.
p

14/3/07 12:53

 
Anonymous Anonymous said...

" così cresco il mio bimbo a Gaza"
Laila el- Haddad ha 29 anni e dopo aver studiato giornalismo negli USA è tornata a Gaza e racconta dal nov. 2003 sul blog (di successo: diventato come dice lei "una forma di resistenza virtuale")" a-mother-from-gaza.blogspot.com, com 'è stato difficile crescere un figlio nella grande prigione di Gaza, cioè rifugiati in egitto contro la sua volontà.Ne è venuta fuori una descrizione interiore e politica, una rappresentazione umana, spesso ironica, " su come l'occupazione è diventata per i palestinesi un problema molto personale, che li tocca non solo come popolo ma anche come individui, madri, padri, figli, fino all'ultimo dettaglio delle loro vite": un osservatorio sulla difficile realtà palestinese.
" Trave nell'occhio". lancio n. 5

19/3/07 11:02

 
Blogger ipazia.dioniso at gmail.com said...

io ti seguo. e ti ho anche linkato.
ipazia

20/3/07 13:30

 

Post a Comment

<< Home