Saturday, April 14, 2007

L'effervescenza di R'damm

Luci al neon rosse, in tante sottili strisce, che tagliano a metà il grattacielo e una verde che spicca per contrasto, per tagliare la monotona (nel suo essere effervescente) scatenata vita notturna dell'anti-capitale olandese. La linea verde è R'damm, la linea verde è Mozaique, Motel per la precisione. Festival poli-artistico, con tanto di pernottamento a mo' di motel, in cui musica, arte, film e performance artistiche non più dettagliatamente definibili, si prestano come strumento di espressione del bisogno artistico della generazione olandese post-moderna, della nuovissima parte del vecchio mondo fino ad oltrepassare l'oceano. Tra musica elettronica e elektro-rock all'Off_corso, strani gruppi post-rock/indie (allergici ad ogni tentativo di etichettatura) con violoncelli elettrici o duetti tamburi/chitarre allo Schouwburg, prendersi un the caldo dentro una tenda con un batterista in assolo a meno di un metro da te sembra la cosa più normale del mondo. 4 location in giro per la città ed ampie pause tra una performance e l'altra e il risultato è trasferire tutto in strada. Gente che vaga da un posto all'altro, che s'informa sul prossimo evento che vale la pena vivere, che si mischia alla normale efferverscenza della Rotterdam dei break-dancer di Schouwburgplein, della musica a cannone che esce dal Cafè de Beurs o dall'Orange Cafè (ieri sera un po' più alta nel tentativo di rubare gente al festival)...
Come primo incontro con la vita notturna di R'damm, a 5 minuti dalla rilassata (a volte un po' troppo) Delft, direi che non c'è male. Peccato solo che le cose interessanti si fanno pagare (così anticonvenzionale ancora non è) perchè stasera c'è una bella serata del DEAF07, Dutch Electronic Art Festival, il cui motto è Interact or Die!, con storie di sperimentazioni elettroniche e digitali e interazioni audio-visive, un altro esempio dell'effervescenza di R'damm che varrebbe la pena viversi.

Thursday, March 08, 2007

E vabbene, parlerò...

Parlerò ancora, anzi scriverò ancora perchè sembra ci sia ancora qualcuno che legge il mio blog. Anzi so che sono in molti a leggerlo ma pochi a scrivere. Questo è un blog, non un semplice sito. Serve a voi per sapere qualcosa di me, di questa mia esperienza, ma anche a me per sentire il vostro contatto... datemi qualche soddisfazione e fatemi sentire che ci siete, soprattutto tu! (tu sai chi sei)

Comunque, in realtà il silenzio è dovuto al fatto che ultimamente non ho avuto molto tempo libero. Tra i corsi nuovi, gli assignment, la visita di Laura ho perso un po' il contatto. Vediamo di ristabilirlo.

Settimana passata piena di viaggi... di nuovo la strana atmosfera dell'Aia e l'immensità della spiaggia di Scheveningen. La prima ancora troppo bianca per sembrare vera, la seconda ancora più vicina da quando ho scoperto che il tram che passa qui sotto ci arriva diretto... se arrivasse anche un po' di caldo non farebbe un torto a nessuno.
Di nuovo Rotterdam, giro turistico tra le meraviglie dell'architettura moderna bagnato da una pioggia torrenziale che però non ha smorzato l'entusiasmo che questa città suscita in me ogni volta e ha conquistato anche Laura.
Di nuovo Utrecht, anche se vedere Utrecht di sabato invece che di domenica (come l'ultima volta) vuol dire vedere una città completamente diversa. Perchè la città famosa per la sua intensa vita studentesca senza studenti (e un sacco di altra gente) in giro per le strade non è la stessa... per non correre rischi stavolta siamo andati in macchina per non cadere in balia del delirio ferroviario olandese.
Di nuovo invece c'è Leiden e Harleem.
Leiden è una piccola perla, la pioggia non ci ha risparmiati neanche lì ma la città, piccola ma intensa, meritava proprio. Una benriuscita commistione tra la tipica affascinante architettura olandese e qualcosa di nuovo, più moderno e giovanile, ma non esuberante come una piccola rotterdam, direi piuttosto un po' cool jazz alla Miles Davis, col sax al posto della tromba.
Harleem è da vedere, possibilmente cercando di scappare da quelle 2-3 vie commerciali caotiche e anonime omnipresenti in qualsiasi città olandese (o in qualsiasi città?) e intrufolandosi nelle stradine incorniciate da piante e fiori che sembrano uscite da un romanzo di Carroll. Storie di botteghe in mezzo alla strada, porte rosse aperte vasi e fiori ovunque. Finestre al pian terreno senza tende, come in ogni parte dell'Olanda si, ma finestre più grandi e tende ancora più assenti perchè se la stradina è abbastanza lunga ti scordi di essere in una città di 150.000 abitanti e pensi che sia ovvio che tutti si conoscano. L'atmosfera seicentesca così perfettamente conservata (shopping street a parte) me la ricordavo, così come il suo duomo, ma quelle stradine mi mancavano proprio, bella sorpresa.

Monday, January 29, 2007

Non parlerò

Non parlerò di Utrecht, non parlerò dei suoi canali, singolare commistione tra i navigli torinesi e Venezia, non parlerò del campanile più alto d'Olanda, dalle sue suonerie polifoniche, non parlerò del Cafè Belgie e delle sue 20 birre alla spina e neanche della ricerca del NoName. E men che mai parlerò del fato che ci ha spinti su quel treno che, credendolo diretto a Ovest, andava in realtà a Sud e ci avrebbe lasciati a 's-Hertogenbosch quando nessun altro treno avrebbe lasciato quel buco dimenticato da Dio prima delle 5 e mezza del mattino, costringendoci a passare la notte in un ascensore.
Utrecht la rivedrò e ne parlerò, ma quell'ascensore per me può anche bruciare all'inferno.

Guinnes a Groningen

Pascal non viene, caduto nelle grinfie di Morfeo o di una messicana, Utrecht allora a domani, oggi non resta che andare alla stazione e prendere un treno. Perchè non Groningen?

Scrivo queste righe mentre sono all'O'Ceallaigh, il miglior pub irlandese dell'Olanda. Sintomatico, no?
Eppure c'è una grande originalità in questa terra, qualcosa che l'invadenza della natura colonialista o semplicemente del loro assorbire e riprodurre non riesce a cancellare. Insomma, dove sono i locali olandesi, i ristoranti olandesi? Dov'è il miglior pub olandese d'Olanda? Probabilmente in Belgio.
A volte non si capisce se sono gli olandesi, da sempre instacabili viaggiatori (insomma la Zelanda, prima della Nuova, è una regione del sud e Brooklyn, del ponte e delle gomme, in realtà è Breukelen vicino a Utrecht) ad essere tornati da qualche viaggio con una saudade che li ha spinti ad aprire ristoranti italiani o pub irlandesi o se sono gli stranieri attirati da questa vecchia nuova america convinti di poter fare solo quello.
Qualcosa però rimane, nella natura, nella cultura, nella fisionimia... insomma per quanto cerchi di atteggiarti a cittadino del mondo, non lo sei fino in fondo, sei cittadino d'Olanda. Stacce!
Groningen in parte mi ha deluso. 3 ore di treno, non che siano tante di per sè, ma lo diventano quando realizzi che è il viaggio più lungo che puoi fare e che per farlo hai attraversato il paese... insomma ho attraversato il paese e forse questo in me ha creato aspettative, brutto male per un viaggiatore.
Forse quel che conta è il contesto: in questa landa fatta di paludi dove il fango cede il passo a pochi prati in cui la principale attività è l'allevamento dei maiali, Groningen è un gioiello. Risplende non tanto per una luce sua quanto per contrasto, per il grigiore di ciò che la circonda. Forse avrei dovuto vedere qualche allevamento di maiali prima.
C'è una piccola cittadina, a pochi km da G., Bourtange, al confine con la Germania. Pochi km ma 2 ore di viaggio perchè pessimamente collegata. Città medievale come tante, che come tante ha visto lo sfacelo delle sue mura e dei suoi castelli ad opera del tempo e dei bombardamenti, se non fosse che, a differenza di tante altre, ad un certo punto si decise di ricostruirla riportandola al suo antico splendore medievale. Mi assicurano un'esperienza fuori dal tempo, da vivere. Ma è lontanta, temporalmente in ogni senso, ora.
Forse un giorno, sicuramente un giorno, invece, il wadlopen, lungo la costa settentrionale: una camminata di 7 km (o 22 se vuoi) nel mare, o meglio nel fango quando la marea scende, per raggiungere le isole... ma questa è un'altra storia, aspetto climi più miti per affondare i piedi nell'acqua, cercando di non crearmi troppe aspettative.
Ma Groningen. Forse due settimane fa al festival del Rock emergente europeo avrebbe avuto un altro sapore, peccato che viene di Gennaio. Intanto più che le strade e l'atmosfera della città, cosìsquisitamente gotico-olandese (ma io vivo a Delft e G. non può certo sfruttare il contrasto in tal senso per colpirmi) ciò che mi rimane di più è il tempo speso qui, in questo pub irlandese con una Guinnes davanti, ascoltando musica celtica e scrivendo queste righe, e al DePintelier bevendo Jenever (grappa da bacche di ginepro, abbiamo anche noi qualcosa del genere, no?) parlando con una cameriera autoctona che ha assaggiato 2 o 3 marche per trovare quella giusta per me e leggendo il pendolo di Eco. Curioso che il pub fosse original belgique?

Fango a Nord

Mentre viaggi verso Nord la terra inizia acedere il passo all'acqua. Le grandi distese di erba intervallate da qualche canale diventano immensi acquitrini paludosi interrotti da qualche isoletta dalla consistenza più solida.
Certo detta così deve sembrare un posto brutto e squallido, e probabilmente lo è per chi fa della concretezza una ragione d'essere. Ma se punti lo sguardo oltre la distesa di foglie galleggianti o il riflesso del cielo grigio sull'acqua ti accorgi che c'è qualcosa sotto che non si vede. Nè si intuisce. ma lascia spazio solo all'immaginazione, e non puoi certo dire se ti trovassi a camminare nel mezzo se l'acqua ti bagnerebbe solo il calzino o se sprofonderesti fino all'anca. E' questo mistero, conturbante e spaventoso, che rende questo squallore così affascinante.
Cavalli imbizzariti al passaggio del treno, un gatto selvatico che corre dietro a dio sa cosa, piccole foreste devastate da Kyrill, alberi grossi e piccoli sradicati e buttati giù, le intricate radici lasciate seccare all'aria, il tronco a macerare coperto da terra e foglie ad indicare
come tutto sia sottosopra ormai.

Thursday, January 18, 2007

Il bentornato di Kyrill

La prima volta che sono tornato, a Dicembre, mi ha accolto una bufera di vento e pioggia, avevo appena fatto in tempo ad abituarmi al sole italiano ed ero stato a Roma solo 5 giorni... Ieri torno da quasi un mese passato nella capitale, non era certo lo stesso clima di inizio dicembre, ma il sole e il caldo li ho visti abbastanza per pensare fosse quello il Tempo. Quantomeno avevo dimenticato il freddo e il vento olandesi. Avrei dovuto capire qualcosa già all'atterraggio ad Eindhoven, quando la ruota di destra ha toccato terra e quando, 5 minuti dopo, ha toccato quella di sinistra, che il tempo non era dei migliori. Per un attimo ho ironizzato pensando che se dopo 5 giorni avevo trovato una bufera, dopo 30 avrei trovato un uragano... Isn't it itonic, don't you think?
Questa mattina mi hanno svegliato le urla dei bambini che volavano, ho aperto le tende e ho salutato tommy, 7 anni capelli a caschetto biondi, il vento lo aveva sollevato fino al V piano e si era ritrovato spiaccicato sulla mia finestra. Intanto dal balcone fuori la cucina i miei coinquilini con un grosso retino tentavano di prendere al volo le anatre scaraventate dai canali e le borsette rubate in strada alle signore dai 90 km/h del vento. La pesca non è stata molto fruttuosa così sono sceso per fare un po' di spesa. Ci ho messo mezz'ora a raggiungere il supermercato (che dista 100 m) e 10 secondi per tornare a casa.
Oggi giornata un po' così, chiuso in casa ad aspettare che Kyrill se ne vada, è stata gentile a passare per darmi il bentornato, ma ora basta avrei delle cose da fare...

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/01_Gennaio/18/maltempo.shtml

Thursday, December 14, 2006

Un salto a Rotterdam

12/12 un salto a Rotterdam per dargli un'occhiata, cavolo mi sta a 10 minuti di treno e non c'ero ancora andato. Un salto veloce e senza particolari mete, un giro per la città tra architettura ultramoderna e wild shopping. Due dei tre punti forti della città, il terzo mi dicono essere la vita notturna molto più movimentata di Amsterdam, per quella mi sa che dovrò aspettare ancora un po'... Anche qui come a Berlino la guerra ha lasciato un centro completamente raso al suolo e anche qui come a Berlino l'intensa ricostruzione in età moderna ha portato alla convivenza tra vecchio e nuovo. Ma a differenza di Berlino il nuovo qui è più che nuovo, è futuristico e si vede che gli Olandesi sono decisamente più ordinati dei loro vicini perchè qui non regna il caos che si vive nella capitale tedesca. C'è meno contrasto, lo devi andare a cercare, ma quando lo trovi è piuttosto impressionante. Come l'Oude Haven (veccio porto del XIV secolo) con imbarcazioni storiche e sullo sfondo i Kijkkubus (costruzione ultramoderna, orribile secondo me, con appartamenti sospesi fatti a cubo ma che poggiano sullo spigolo, mmmmm difficile da descrivere, vi metto una foto). Ma di vecchio è rimasto ben poco, i punti di riferimento per non perdersi in città sono i nuovi grattacieli, pendenti, sporgenti, dalle forme più assurde... avremo tempo per vederli tutti.

Thursday, December 07, 2006

Back to Delf, december comes...

Di nuovo a Delft, dopo la breve parentesi a Roma, quel poco che è bastato per vedere due amici laurearsi, per fare un esame e per convincermi che in fondo non fa poi così freddo... c'ha pensato Delft stamattina a farmi cambiare idea

Roma

18°C
Parzialmente nuvoloso
Vento: NE a 12 km/h
Umidità: 68%

Delft

8°C
Pioggia
Vento: S a 49 km/h
Umidità: 93%

winter comes, meno male che mi sono portato 20 kg di maglioni...

La trasferta romana è stata strana, due ore dopo che ero tornato a Roma mi ero completamente dimenticato di Marcushof, di Delft e dell'Olanda, mi è sembrato veramente di non essere mai partito, in una strana percezione spazio-temporale in cui mi sono perso un mese da qualche parte... Cmq mi ha fatto piacere vedere molti di voi, anche se non ho avuto molto tempo per via dell'esame, ma il 20 ritorno giù e starò più tempo, spero di vedere anche chi non sono riuscito questa volta e passare più tempo con tutti. Magari mi porto le foto che ancora non riesco a caricare sul sito, così questi (passati, presenti e futuri) racconti della mia avventura olandese potranno degnamente essere accompagnati dalle immagini.

Friday, November 24, 2006

International dinner

E' ora di rendere questo blog un po' più interattivo...
Domenica sera cena internazionale al V di Marcushof, la domanda è:

che gli preparo a questi?

si accettano suggerimenti, calcolate che non me la cavo male ai fornelli ma non mi tirate fuori l'abbacchio alla scottadito...