Monday, January 29, 2007

Non parlerò

Non parlerò di Utrecht, non parlerò dei suoi canali, singolare commistione tra i navigli torinesi e Venezia, non parlerò del campanile più alto d'Olanda, dalle sue suonerie polifoniche, non parlerò del Cafè Belgie e delle sue 20 birre alla spina e neanche della ricerca del NoName. E men che mai parlerò del fato che ci ha spinti su quel treno che, credendolo diretto a Ovest, andava in realtà a Sud e ci avrebbe lasciati a 's-Hertogenbosch quando nessun altro treno avrebbe lasciato quel buco dimenticato da Dio prima delle 5 e mezza del mattino, costringendoci a passare la notte in un ascensore.
Utrecht la rivedrò e ne parlerò, ma quell'ascensore per me può anche bruciare all'inferno.

Guinnes a Groningen

Pascal non viene, caduto nelle grinfie di Morfeo o di una messicana, Utrecht allora a domani, oggi non resta che andare alla stazione e prendere un treno. Perchè non Groningen?

Scrivo queste righe mentre sono all'O'Ceallaigh, il miglior pub irlandese dell'Olanda. Sintomatico, no?
Eppure c'è una grande originalità in questa terra, qualcosa che l'invadenza della natura colonialista o semplicemente del loro assorbire e riprodurre non riesce a cancellare. Insomma, dove sono i locali olandesi, i ristoranti olandesi? Dov'è il miglior pub olandese d'Olanda? Probabilmente in Belgio.
A volte non si capisce se sono gli olandesi, da sempre instacabili viaggiatori (insomma la Zelanda, prima della Nuova, è una regione del sud e Brooklyn, del ponte e delle gomme, in realtà è Breukelen vicino a Utrecht) ad essere tornati da qualche viaggio con una saudade che li ha spinti ad aprire ristoranti italiani o pub irlandesi o se sono gli stranieri attirati da questa vecchia nuova america convinti di poter fare solo quello.
Qualcosa però rimane, nella natura, nella cultura, nella fisionimia... insomma per quanto cerchi di atteggiarti a cittadino del mondo, non lo sei fino in fondo, sei cittadino d'Olanda. Stacce!
Groningen in parte mi ha deluso. 3 ore di treno, non che siano tante di per sè, ma lo diventano quando realizzi che è il viaggio più lungo che puoi fare e che per farlo hai attraversato il paese... insomma ho attraversato il paese e forse questo in me ha creato aspettative, brutto male per un viaggiatore.
Forse quel che conta è il contesto: in questa landa fatta di paludi dove il fango cede il passo a pochi prati in cui la principale attività è l'allevamento dei maiali, Groningen è un gioiello. Risplende non tanto per una luce sua quanto per contrasto, per il grigiore di ciò che la circonda. Forse avrei dovuto vedere qualche allevamento di maiali prima.
C'è una piccola cittadina, a pochi km da G., Bourtange, al confine con la Germania. Pochi km ma 2 ore di viaggio perchè pessimamente collegata. Città medievale come tante, che come tante ha visto lo sfacelo delle sue mura e dei suoi castelli ad opera del tempo e dei bombardamenti, se non fosse che, a differenza di tante altre, ad un certo punto si decise di ricostruirla riportandola al suo antico splendore medievale. Mi assicurano un'esperienza fuori dal tempo, da vivere. Ma è lontanta, temporalmente in ogni senso, ora.
Forse un giorno, sicuramente un giorno, invece, il wadlopen, lungo la costa settentrionale: una camminata di 7 km (o 22 se vuoi) nel mare, o meglio nel fango quando la marea scende, per raggiungere le isole... ma questa è un'altra storia, aspetto climi più miti per affondare i piedi nell'acqua, cercando di non crearmi troppe aspettative.
Ma Groningen. Forse due settimane fa al festival del Rock emergente europeo avrebbe avuto un altro sapore, peccato che viene di Gennaio. Intanto più che le strade e l'atmosfera della città, cosìsquisitamente gotico-olandese (ma io vivo a Delft e G. non può certo sfruttare il contrasto in tal senso per colpirmi) ciò che mi rimane di più è il tempo speso qui, in questo pub irlandese con una Guinnes davanti, ascoltando musica celtica e scrivendo queste righe, e al DePintelier bevendo Jenever (grappa da bacche di ginepro, abbiamo anche noi qualcosa del genere, no?) parlando con una cameriera autoctona che ha assaggiato 2 o 3 marche per trovare quella giusta per me e leggendo il pendolo di Eco. Curioso che il pub fosse original belgique?

Fango a Nord

Mentre viaggi verso Nord la terra inizia acedere il passo all'acqua. Le grandi distese di erba intervallate da qualche canale diventano immensi acquitrini paludosi interrotti da qualche isoletta dalla consistenza più solida.
Certo detta così deve sembrare un posto brutto e squallido, e probabilmente lo è per chi fa della concretezza una ragione d'essere. Ma se punti lo sguardo oltre la distesa di foglie galleggianti o il riflesso del cielo grigio sull'acqua ti accorgi che c'è qualcosa sotto che non si vede. Nè si intuisce. ma lascia spazio solo all'immaginazione, e non puoi certo dire se ti trovassi a camminare nel mezzo se l'acqua ti bagnerebbe solo il calzino o se sprofonderesti fino all'anca. E' questo mistero, conturbante e spaventoso, che rende questo squallore così affascinante.
Cavalli imbizzariti al passaggio del treno, un gatto selvatico che corre dietro a dio sa cosa, piccole foreste devastate da Kyrill, alberi grossi e piccoli sradicati e buttati giù, le intricate radici lasciate seccare all'aria, il tronco a macerare coperto da terra e foglie ad indicare
come tutto sia sottosopra ormai.

Thursday, January 18, 2007

Il bentornato di Kyrill

La prima volta che sono tornato, a Dicembre, mi ha accolto una bufera di vento e pioggia, avevo appena fatto in tempo ad abituarmi al sole italiano ed ero stato a Roma solo 5 giorni... Ieri torno da quasi un mese passato nella capitale, non era certo lo stesso clima di inizio dicembre, ma il sole e il caldo li ho visti abbastanza per pensare fosse quello il Tempo. Quantomeno avevo dimenticato il freddo e il vento olandesi. Avrei dovuto capire qualcosa già all'atterraggio ad Eindhoven, quando la ruota di destra ha toccato terra e quando, 5 minuti dopo, ha toccato quella di sinistra, che il tempo non era dei migliori. Per un attimo ho ironizzato pensando che se dopo 5 giorni avevo trovato una bufera, dopo 30 avrei trovato un uragano... Isn't it itonic, don't you think?
Questa mattina mi hanno svegliato le urla dei bambini che volavano, ho aperto le tende e ho salutato tommy, 7 anni capelli a caschetto biondi, il vento lo aveva sollevato fino al V piano e si era ritrovato spiaccicato sulla mia finestra. Intanto dal balcone fuori la cucina i miei coinquilini con un grosso retino tentavano di prendere al volo le anatre scaraventate dai canali e le borsette rubate in strada alle signore dai 90 km/h del vento. La pesca non è stata molto fruttuosa così sono sceso per fare un po' di spesa. Ci ho messo mezz'ora a raggiungere il supermercato (che dista 100 m) e 10 secondi per tornare a casa.
Oggi giornata un po' così, chiuso in casa ad aspettare che Kyrill se ne vada, è stata gentile a passare per darmi il bentornato, ma ora basta avrei delle cose da fare...

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/01_Gennaio/18/maltempo.shtml